Lo rileva l'indagine del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, che segnala lo stesso problema per i farmacisti, seppur in numero ridotto.
Infermieri, anzitutto, e poi farmacisti. Sono queste le figure professionali “introvabili” della sanità. Lo rileva l'indagine del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, secondo la quale, in generale, le maggiori difficoltà di reperimento di lavoratori si riscontrano per i dirigenti (48%), per le professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione (35,5%) e per gli operai specializzati (35,2%).
In particolare, per gli infermieri sarebbero pronti 4.500 posti di lavoro, ma le aziende non riescono a coprire il 49,9% dei posti a causa della mancanza di candidati. E la Regione dove la carenza si fa sentire di più è la Lombardia, dove mancano quasi 600 infermieri. Situazione simile per i farmacisti, con oltre 1.200 assunzioni ma difficili da reperire per 45,8%. In questo caso, la Regione più in difficoltà è il Veneto, dove servirebbero 190 farmacisti in più.
Sarebbe il percorso di innalzamento professionale delle risorse umane, secondo Unioncamere, a fa risaltare il problema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro: per oltre 147mila assunzioni messe in programma, le imprese segnalano serie difficoltà di reperimento, pari quest’anno al 26,7% delle entrate programmate, 6,2 punti percentuali in più del 2009. Non a caso le difficoltà di reperimento, per il ridotto numero di candidati o per la loro inadeguata preparazione, è massimo (48%) per i Dirigenti (richiesti comunque in numero contenuto), poco inferiore per le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione (35,5%) e per gli Operai specializzati (35,2%), mentre si riduce progressivamente per le altre famiglie professionali.
autore: quotidianosanita.it |