"In riferimento ai dati forniti da Osserfare e apparsi ieri sui quotidiani, che rilevano dati molto negativi sulla crisi e in particolare sulla provincia di Latina, necessita oltremodo evidenziare come sul nostro territorio la situazione si sia ulteriormente aggravata soprattutto con il costante aumento del lavoro nero, sia per i lavoratori italiani che stranieri. I più recenti dati nazionali rilevano 3 milioni di uomini e donne in costanza di lavoro sommerso che rappresenta il 17 % del PIL nazionale. Inoltre sempre per i lavoratorI in nero, nonostante le agevolazioni tributarie e fiscali per chi li assume, le piccole imprese o i privati non regolarizzano le assunzioni e preferiscono mantenere uno stato di rischiosità soprattutto collegato ai rischi infortuni sul lavoro (Latina ha contribuito con 4 morti bianche sui 14 decessi dei primi 6 mesi del 2010 nel Lazio). Sul territorio la situazione e' aggravata dai molteplici ricorsi alla CIG e CIGS ( su Latina maggiore rispetto delle altre province del Lazio e doppia rispetto al dato regionale + 33,6% del primo semestre che risulta essere del +85%, più alto anche del dato nazionale del 71,2% , soprattutto in merito alla CIGS straordinaria e a quella in deroga, mentre la CIGO e' diminuita anche per il superamento delle 52 settimane massimo nei 2 anni), che non forniscono un adeguato sostegno al reddito e spinge i lavoratori ad arrotondare in altri modi per arrivare a fine mese.
Dire che basterebbero maggiori controlli non basta: è necessario un cambiamento culturale che si può incentivare con l'informazione corretta da dare alle imprese e ai lavoratori per le possibilità di far emergere il lavoro sommerso. Spesso non occorre sborsare grosse cifre per mantenere in regola una persona. Esistono contratti e soprattutto per badanti e donne delle pulizie, possibilità di regolarizzazioni sostenibili anche per un privato.
Inoltre nelle imprese che negli ultimi anni, si sono adeguate ai nuovi volumi di ordini con notevoli riduzioni di personale, le assunzioni attuali ( solo il 4% delle imprese assume), si riferiscono ai soli contratti a tempo determinato o in somministrazione, mentre potrebbero assumere i lavoratori in mobilità con sgravi fiscali notevoli e incentivi che arrivano a 24 mesi di contributo mensile pari al 50% dell'indennità di mobilità, vuol dire che un lavoratore assunto in stato di precedente mobilità, per 2 anni costa meno della metà. Sempre per i lavoratori in mobilità che volessero invece mettersi in proprio, ci sono incentivi economici da parte di BIC Lazio di 15 mila euro a fondo perduto (L.R. 29/96). Quindi pensare di mutare l'ordine delle cose attualmente è diventato un obiettivo che va perseguito insieme alle istituzioni in un'ottica che ci deve vedere tutti responsabili al raggiungimento di un unico obbiettivo : CREARE LAVORO E SOPRATTUTTO LAVORO REGOLARE.
Gli strumenti necessari già in parte esistono: finanziamenti e incentivi di semplice accesso alle nuove imprese e a nuove iniziative su settori turistici e legati al commercio (agriturismi, imprese agricole), collegamenti diretti scuole professionali e imprese locali, incentivi su progetti per la regolarizzazione del lavoro nero, formazione attraverso i progetti della regione e della provincia dei lavoratori con bassi profili professionali e inserimento nelle realtà esistenti con incentivi ulteriori alle stabilizzazioni. Vanno però ampliati e diffusi su tutto il territorio della provincia, che sta cambiando nuovamente vocazione a seguito della desertificazione industriale. La nostra è una provincia giovane ed è ai giovani ed ai disoccupati che dobbiamo volgere un'attenzione maggiore con maggiore senso di responsabilità per il futuro che ci aspetta.
autore: provincialatina.tv |